Beschreibung
Cm. 25, pp. (56) 730 + 1 c.b. Con una bella antiporta incisa in rame fuori testo; capilettera ornati, bei finalini e numerose testatine xilografiche. Graziosa legatura novecentesca in mezza pergamena con titoli manoscritti al dorso e ampie punte; carta marmorizzata ai piatti. Alone all'occhietto e in modo trascurabile al margine interno delle prime e ultime carte. Esemplare nel complesso fresco e ben conservato, ancora a pieni margini diseguali e stampato su carta forte. Giovanni Pindemonte, marchese veronese vissuto nel XVII secolo, fu giureconsulto e criminalista. Diede alle stampe, oltre a questi Discorsi, solo tre opere: â Panegirico della cicala di Anacreonteâ (1673), â Orationi criminali e panegiricheâ (1679) e â Oratione di Giovanni Pindemonte giureconsultoâ (1643). Quest'opera, l'ultima pubblicata dell'Autore veronese, è divisa in diciotto discorsi. Dall'indice: â Che si possano generare, come rane, uomini dalla terraâ , â Che sia habitata la lunaâ , â Che la luna non sia habitataâ , â Dell'essenza dell'amoreâ , â Della lingua, & Ortografia Toscanaâ . Molto interessanti i numerosi capitoli di taglio astronomico-cosmografico dedicati alla possibilità che la luna possa essere o meno abitata. Così Piantanida (3492): â Interess. le osservazioni lunari (in gran parte fantasiose), solari (macchie del sole), astronomiche, cosmografiche, magiche, amorose, i riferimenti a mostri immaginari, ecc. ecc. Ediz. orig., prob. unicaâ . Rarissima prima e unica edizione. Cfr. anche Iccu. . . . . . . 0. . Bestandsnummer des Verkäufers bc_12361
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