Beschreibung
Opuscolo in 8°(20,5x14,5); pagine 50, brossura editoriale gialla con titolo, autore ed editore entro elegante filetto tipografico. Enrico Tazzoli (Canneto sull'Oglio, 1812 - Mantova, 1852) è stato un patriota e sacerdote, il più noto dei Martiri di Belfiore. Qualche segno del tempo ma è copia più che discreta. Enrico Tazzoli (Canneto 1812 - Belfiore 1852) Sacerdote, fu insegnante al Seminario di Mantova, dove divenne uno dei cittadini più in vista. Per quanto l'Austria favorisse il clero, anche se più nella forma che nella sostanza, non si sentiva vincolato al governo austriaco. Dopo la restaurazione del 1849 collaborò col movimento mazziniano, fino a diventare membro e presidente del Comitato mazziniano di Mantova. Gli amici lo avvisarono che gli austriaci avevano scoperto la sua cospirazione e gli consigliarono di fuggire. Rimase invece in città, in parte per non abbandonare la vecchia madre, in parte perché sicuro che la cospirazione avesse agito in estrema segretezza e la fedeltà dei membri fosse più che sicura. Invece fu arrestato il 27 gennaio 1852, e dopo un lungo processo condannato a morte il 4 dicembre dello stesso anno. Poiché c'erano altri sacerdoti arrestati, la cosa stupì il Radetzky, che dispose indagini alle quali partecipò il Tazzoli stesso, su invito del Generale Culoz, al quale espose i mali del clero. In questo modo però intaccò l'ossequio formale al quale i rappresentanti del clero erano tenuti, e che se non rispettato esponeva a pene. Nonostante l'opposizione sincera del vescovo di Mantova Giovanni Corti, che riteneva la cosa ingiusta, la Curia romana dichiarò che il delitto di alto tradimento giustificasse l'applicazione della massima pena ecclesiastica. Il vescovo fu costretto a procedere alla degradazione e sconsacrazione dei sacerdoti implicati nel complotto. Il T. dichiarò che nessun canone in realtà autorizzava la cosa, e tuttavia il 24 novembre si sottomise alla cerimonia di degradazione. Assisteva alla cerimonia, piangendo, il canonico Martini. Il vescovo dichiarò il suo dolore al Tazzoli, dicendogli anche di non aver più speranza, ormai, di salvargli la vita. Per salvare i suoi sacerdoti era ricorso a Radetzky, all'Imperatore, alla Santa Sede, senza alcun risultato. Il Tazzoli ne riconobbe i meriti e la sincerità in una bella lettera che scrisse al suo superiore prima di venir giustiziato. ''.Quello che più mi tenne tranquillo, dopo la fiducia nella Misericordia del Cielo, fu la coscienza di non aver menomamente offeso mai né la mia religione né le podestà ecclesiastiche e di non aver perciò meritata la pena canonica che mi si inflisse. Qualunque sia per essere la condanna che a me venga imposta da sua Maestà, io la troverò più che giusta: vorrei dire lo stesso della ecclesiastica.'' Le estreme preghiere del Vescovo, dei parenti, delle gentil donne mantovane furono respinte, e la sentenza fu eseguita sugli spalti di Belfiore. Il Tazzoli fu giustiziato insieme a De Canal, Poma, scarsellini e Zambelli. Per altri cinque condannati la pena fu commutata. Bestandsnummer des Verkäufers 003649
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