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  • Zustand: NEW. Ferrara: Fondazione Ferrara Arte, 2024 9788889793756 609 152 p. : ill. col. b/n, indice ; 24 cm. Fra Tre e Quattrocento nell'Italia centro settentrionale si diffusero oggetti in osso, corno e legni intarsiati alla certosina: tra essi dei cofanetti ideati per celebrare unioni nuziali, i cui migliori esemplari si devono alla "Bottega degli Embriachi". Questo particolare genere di manufatti si sviluppò nella Ferrara di Borso d'Este nella nuova forma del cofanetto istoriato in pastiglia, la cui produzione, documentata nel 1452, coinvolse artisti come il giovane Cosmè Tura e il miniatore Giorgio d'Alemagna. Con la "pastiglia", un impasto di gesso, colla e polvere di marmo, al quale si usava aggiungere sostanze profumate come il muschio («pastume de moscho» nelle antiche carte estensi), si ottenevano le figure e i decori, plasmati in negativo su matrici metalliche e montati sulla foglia d'oro. Questi scrigni, concepiti per contenere preziosi, ma anche lettere, rosari e accessori per la toeletta, vennero prodotti a Ferrara sino agli anni di Alfonso I d'Este (1505-34) da più "botteghe": ne sono state individuate sette, che potrebbero tuttavia rappresentare più fasi di produzione di uno stesso laboratorio (ad esempio la "Bottega dei Temi morali e amorosi" potrebbe essere una nuova linea, di gusto più aggiornato, dell'originaria "Bottega dei Trionfi romani"). Le raffigurazioni ispirate alla storia romana e alla mitologia classica exempla virtutis che stimolavano comportamenti nobili e ammirevoli sono tra le più emblematiche espressioni della passione per l'antico che.