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  • Soft cover. Zustand: Good. 8vo - over 7¾ - 9¾" tall. 147pp. Fine softcover. Inscribed by translator to title page. Else fine.

  • Zustand: NUOVO. A cura di Giuliano Vigini. Il dono del creato e la sua custodia sarà il tema della nuova annunciata enciclica di Papa Francesco. Quello del creato e dell 'agire dell 'uomo in esso è un tema ad ampio raggio che la Chiesa, dagli anni del Concilio in poi, ha affrontato più volte con larga visione degli aspetti e dei problemi che si intersecano e interagiscono nel discorso sull 'ambiente. In questo tema ad ampio raggio, l'etica della responsabilità e della giustizia, non meno che lo slancio della carità, non potranno non essere il lievito che farà sviluppare interventi decisivi per un equilibrio generale della terra, a cominciare dall'eliminazione dello scandalo della fame, dalla distribuzione universale dei beni, dall'inclusione sociale dei poveri. Questo libro è una antologia ragionata dei testi che i Papi - da Giovanni XXIII a Francesco - hanno dedicato a questo tema e vuole offrire al lettore un percorso preparatorio alla prossima enciclica di Papa Francesco, che darà nuovo impulso alla riflessione di credenti e non credenti su una delle questioni più rilevanti del nostro tempo. cm.11,5x17, pp.1207, Milano, Medusa Edizioni cm.11,5x17, pp.1207, brossura copertina figurata a colori. brossura copertina figurata a colori.

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    brossura copertina figurata. Zustand: NUOVO. Frenhofer è il pittore misterioso che Balzac ha posto al centro del suo celebre racconto Il capolavoro sconosciuto. Ormai anziano, Frenhofer sta dipingendo da anni il ritratto di una bellissima donna la cui immagine è così vera da apparire viva. Amico di Porbus, un pittore con cui Frenhofer discute le sue idee artistiche, lo invita a recarsi nel suo atelier per svelargli finalmente il quadro segreto. Porbus accetta e porta con sé un altro amico, Nicolas Poussin, ancor giovane ma già ambizioso e consapevole sostenitore della classicità nella pittura. Il rito magico li pone di fronte a una singolare scoperta: fra sconcerto e meraviglia la tela appare loro come una mascherata di colori, un'informe tessitura da cui fuoriesce, su un lato, il particolare stupendamente dipinto di un piede femminile. Pur ammirando il talento che Frenhofer ha profuso in quel dettaglio, Porbus e Poussin non possono fare a meno di costatare che per la maggior parte il quadro è una indistinta crosta di colore senza capo né coda. Frenhofer, ferito e umiliato dalla loro reazione, congeda bruscamente gli ospiti con un addio che suona perentorio e definitivo. Il giorno dopo, infatti, recandosi di nuovo a casa di Frenhofer, Porbus scopre che il vecchio pittore ha dato fuoco alle sue opere ed è morto. A volte il sogno può cambiare il finale di una storia e creare un gioco di specchi che porta alla luce un altro riflesso della verità. cm.11x21, pp.62, Coll.Gli Apocrifi,1. Milano, Medusa Edizioni cm.11x21, pp.62, brossura copertina figurata. Coll.Gli Apocrifi,1.

  • Doni,Martina.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2006

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    brossura. Zustand: NUOVO. cm.12x21, pp.84, Coll.Argonauti,18. Milano, Medusa Edizioni cm.12x21, pp.84, brossura. Coll.Argonauti,18.

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    brossura-. Zustand: NUOVO. Con uno scritto di Martino Doni. La satira uccide o fa uccidere? Fa del male o lo subisce? Nasce per provocare, pungere e ferire, anche nel profondo dell'animo umano. Per ottenere questo fine, ogni altro effetto viene considerato laterale, inessenziale, deve saper andare dritta allo scopo, non può permettersi deviazioni, finezze o ragionamenti prolissi. Questo pamphlet prende per così dire il toro per le corna e cerca di rispondere a domande che molti, più o meno segretamente, si pongono, magari senza dichiararlo per paura di violare le regole del politicamente corretto. Una volta ci si chiedeva se ne uccide di più la spada o la lingua, la domanda potrebbe valere anche per la tragica giornata di Parigi dove sono stati assassinati i redattori del giornale satirico Charlie Hebdo. Un atto efferato che ha generato altra violenza e rischia di espandersi anche fuori dalla Francia. Le vignette su Maometto sarebbero la causa di quel gesto omicida. La libertà di espressione della satira può ignorare dei limiti di prudenza e di rispetto dell'altro? Alla matita pungente di un umorista si può rispondere col kalashnikov, sulla base di un presunto vilipendio della fede e di Dio? Le religioni sono in grado di tollerare la risata su se stesse? La ragione politica autorizza a qualsiasi presa in giro, o la mancanza di rispetto verso le persone e le loro convinzioni può indurre gesti sproporzionati come l'attentato di Parigi, che rischia di scatenare una nuova crociata contro l'islam? cm.14x22, pp.80, Coll.La Zona Rossa,8. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.80, brossura- Coll.La Zona Rossa,8.

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    brossura. Zustand: NUOVO. A cura di Tiziana Menotti. Prefazione di Zygmunt Bauman. Come scrive Zygmunt Bauman nella toccante prefazione a questo libro-testimonianza, il compito più difficile per chi si trovò a vivere la tragica esperienza dei campi di sterminio nazisti era restare umani in condizioni disumane. Lettera ai figli, che Anna Hyndräkovä-Kovanicovä trova il coraggio di scrivere nel 1971, all'età di 43 anni, inizia in un giorno preciso, il 15 marzo 1939, data dell'invasione della Cecoslovacchia da parte delle armate naziste. Gli avvenimenti personali legati alla famiglia, alla scuola, ai compagni e alle amiche più care si stemperano nel ricordo di una Praga occupata dai soldati tedeschi e sempre più negata ai cittadini di religione ebraica. Nel 1942 la giovane Anna, con la famiglia, è costretta ad abbandonare Praga e viene condotta nel ghetto di Terezin, inizio della deportazione che la condurrà ad Auschwitz. Il racconto si snoda rievocando il viaggio, l'arrivo nel campo e la sistemazione nel Familienlager, la fame, gli espedienti per procurarsi un po' di cibo, gli appelli, la paura e il momento più duro, quello della selezione. Privata dei genitori, che moriranno nelle camere a gas, Anna viene inviata a lavorare nel sottocampo di Gross Rosen, dove apprende della morte della sorella e della nipotina. Durante l'inverno decide di fuggire e durante l'evacuazione del campo nel febbraio 1945 riesce nel suo intento. Ma questo è solo l'inizio di un allucinante viaggio di ritorno. Anna conosce l'oltraggio della violenza fisica e psichica. cm.11,5x20, pp.104, Coll.La Zattera,4. Milano, Medusa Edizioni cm.11,5x20, pp.104, brossura Coll.La Zattera,4.

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    brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Traduzione di Alessandro Beltrami. I musei spettacolari di oggi sono le cattedrali del nostro tempo? Il dibattito a distanza fra l'architetto e critico Charles Jencks e lo scrittore e polemista Tom Wolfe spiega perché il museo nasce in età illuminista proprio come sostituto della cattedrale. In Francia durante la Rivoluzione si insiste sulla necessità di creare spazi dove conservare le opere tolte dai luoghi tenebrosi nei quali erano state tenute, per restituirle al popolo in una specie di biblioteca dove andare a istruirsi. Jacques-Louis David insiste che il neonato museo del Louvre debba costituire una scuola dove i maestri condurranno gli allievi, il padre vi accompagnerà il figlio. II giovane vedendo le produzioni del genio, sentirà nascere in lui quel germe d'arte o di scienza al quale la natura lo chiama. La natura, non Dio. I musei sono dunque istituzioni laiche che nascono come negazione del sacro, nascono dunque come templi della capacità umana, dove Cristo è sostituito con Prometeo. Una nuova religione secolarizzata di cui le opere sono le reliquie e i testi sacri. Se per Wolfe i sacerdoti sono i critici, Jencks recupera le teorie di Saint-Simon secondo cui gli artisti sono chiamati a esercitare un'influenza positiva sulla società, una vera funzione sacerdotale. cm.12x15, pp.86, Collana Le Api,24. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.86, brossura con bandelle. Collana Le Api,24.

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    brossura copertina figurata. Zustand: NUOVO. Introduzione di Riccardo De Benedetti. Scandagliando i modi con i quali viene impiegata la possibilità di protrarre la vita in situazioni prima non immaginabili, soprattutto attraverso le cure palliative, il saggio di Higgins descrive il comparire sulla scena antropologica occidentale della figura del morente. La ricchezza di sfumature antropologiche e di dilemmi morali, così introdotti sembra cancellata dall'imporsi di una sola autorità, di un solo parere legittimo al quale il corpo del paziente, nella sua totalità, deve essere reso disponibile: quello del complesso tecno-medico-legale. È in questa prospettiva che trovano la loro giustificazione le proposte relative a una presa in carico, legale e morale, da parte del soggetto delle condizioni nelle quali si potrebbe trovare con la comparsa di patologie e malattie sulle quali l'autorità tecno-medica avrebbe da esercitarsi oltre i termini consentiti dal paziente stesso. È quindi tra lo Scilla della moltiplicazione di potenza fornita alla medicina dalla tecnologia e il Cariddi della fragilità dell'uomo singolo che si pongono le soluzioni contraddittorie della modernità. Da un lato, è infatti parte attiva nella costruzione di un futuro tecnico dai risultati impensabili e dall'altro, si trova nella condizione di sostenere in virtù di questi stessi risultati la spinta a sottrarsi con la morte a ciò che ancora non è compiuto. Il rischio è che, in entrambi i casi, a perire sia la stessa natura umana, almeno così come ne abbiamo avuto esperienza finora. Ma la trama del discorso moderno sul suicidio e l'eutanasia trova piena espressione nelle pagine di Löwith. Il suicidio ha smesso, almeno nell'Occidente che una volta si considerava cristiano, di essere colpito da anatema ed espulso dal riconoscimento sociale e sacramentale che si deve ai morti. La vita non è più di Dio o, peggio, del signore feudale, la vita è disponibile alla libera scelta dell'individuo che può decidere come e quando terminarla. Il suicidio moderno, almeno quello occidentale - il discorso su quello orientale è molto più articolato e complesso - appare come una semplice estensione dei diritti e delle prerogative che l'individuo occidentale moderno rivendica a se stesso. (dall'introduzione di Riccardo De Benedetti) cm.14x21, pp.112, Coll.La Zona Rossa, Milano, Medusa Edizioni cm.14x21, pp.112, brossura copertina figurata. Coll.La Zona Rossa,

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    Zustand: NUOVO. A cura di Cesare Giacobazzi, Traduzione di Erika Massari. Il grande sì di Grass è un sì alla vita, con il suo caos e le sue contraddizioni irrisolte. Ed è un sì che nega l'atteggiamento intellettualmente pigro e falsamente rassicurante di chi ha pronta per ogni circostanza una risposta preconfezionata; concentrandosi sulla fisicità del reale e sulla sensualità dell'esperienza, l'opera di Grass restituisce vita e calore a ciò che le ideologie hanno racchiuso in freddi schematismi. La sua poesia rappresenta così un'esortazione e uno stimolo al ritorno alla vitale complessità della politica e dei suoi accadimenti e offre come risultato una critica radicale alla cultura politica che ha prodotto i grandi drammi del secolo scorso e che continua a offrirci guerre e catastrofi. cm.14x22, pp.140, Coll.Rhythmos,2. Collana diretta da Franco Nasi. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.140, brossura copertina figurata con bandelle. Coll.Rhythmos,2. Collana diretta da Franco Nasi. brossura copertina figurata con bandelle.

  • Merton,Thomas.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2019

    ISBN 10: 887698447XISBN 13: 9788876984471

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    brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Traduzione di Antonio Barbieri. Come lo stesso Merton osserva nell'ultima parte di questo libro, il segno principale da cui si riconosce il cristianesimo di Pasternak nella sua opera creativa è la libertà, che è anche una diversa concezione della storia rispetto alla visione sovietica che, già nel momento in cui Pasternak scrive Il dottor Zivago, mostrava le prime crepe. Che per Pasternak sia una «idea della libertà personale e della vita come sacrificio», è soltanto una piena declinazione della verità, che molti suoi contemporanei nell'Urss hanno sperimentato e pagato di persona. Lungi dall'essere un'apologia cristiana di Pasternak, questo saggio del monaco Merton continua a sorprendere per la sua capacità di lettura trasversale fra le ragioni dell'arte e della letteratura e il grado di testimonianza che esse rendono al proprio tempo. Le qualità - estetiche del Dottor Zivago non sono una sovrastruttura borghese, come non lo è il senso religioso che vi spira dalla prima all'ultima pagina, ma una trasparente e fedele resa artistica della vita e della possibilità di far comprendere all'uomo quanto sia necessaria per allontanare dal nostro orizzonte le ombre di quella che già allora Merton definiva «l'alba fumosa di un'era apocalittica». Un monito anche per l'Occidente di oggi. cm.12x15, pp.92, Collana Le Api,55. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.92, brossura con bandelle. Collana Le Api,55.

  • Bernardelli,Giorgio.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2005

    ISBN 10: 8876980237ISBN 13: 9788876980237

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    brossura copertina figruata. Zustand: COME NUOVO. Il ritiro di circa 8.000 israeliani da Gaza e da quattro colonie nel nord della West Bank riporta in primo piano la questione degli insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Dopo anni di stallo, l'avvio dell'operazione segna una novità importante nello scenario della crisi israelo-palestinese. In gioco c'è l'abbandono definitivo del sogno dell'Eretz Ysrael, l'idea del Grande Israele che riprende il controllo di tutti i territori menzionati nell'epopea biblica, e l'inversione di tendenza che ha portato dal 1967 a oggi alla crescita costante della popolazione ebraica e delle colonie nei Territori occupati. cm.11,5x20, pp.162, Coll.La Zattera. Milano, Medusa Edizioni cm.11,5x20, pp.162, brossura copertina figruata. Coll.La Zattera.

  • Verlaine,Paul.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2013

    ISBN 10: 8876982701ISBN 13: 9788876982705

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    brossura cop.fig. Zustand: NUOVO. Traduzione di Luana Salvarani. Prefazione di Giancarlo Pontiggia. Non è difficile, aprendo a caso questo volumetto postumo di Verlaine, pubblicato per la prima volta poco più di un secolo fa, nel 1907, e in realtà composto intorno agli anni Ottanta del XIX secolo, ritrovare lo stesso clima, incandescente ed enfatico - degno più dell'apocalittico Commodiano che di un indignato Giovenale (un Giovenale cristiano, come ebbe a scrivere Jacques Borel nel volume della Plèiade) -, che aveva dato vita ai componimenti di Sagesse (1881). Fin dall'esordio, Verlaine svela la sua unica Musa: la mistica Francia, monarchica e cattolica, la Francia di Luigi IX e di Giovanna d'Arco, alla quale si sono abbeverati tanti dei più impetuosi, e generosi, scrittori francesi del suo secolo, da Chateaubriand a Joseph de Maistre, da Barbey d'Aurevilly a Leon Bloy. Una Francia, nondimeno, che pare ai suoi occhi non esistere più, e per questo - confessa subito l'autore - ormai quasi impossibile da amare, spazzata via dai colpi di troppe Rivoluzioni, tutte fondate (non pare già di sprofondare in una pagina febbrile, frastornante, apocalittica, di un Céline?) su un unico principio: organizzare il caos e regolarizzare l'anarchia. Eccola, la Francia che Verlaine denuncia, nel capitolo iniziale di questo libro, con la prosa irruente e tumultuosa di chi ha ritrovato, dopo i traviamenti della giovinezza, enfin, una fede: empietà, scetticismo, demagogia, opportunismo. (Giancarlo Pontiggia) cm.14x22, pp.80, Coll.Le Porpore,66. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.80, brossura cop.fig. Coll.Le Porpore,66.

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    Zustand: NUOVO. Uno dei maggiori giornalisti culturali del secolo scorso, Georges Charbonnier, incontra dieci pittori del '900 per interrogarli sul tema oggi più importante per le arti, che sembrano aver perso il contatto con il mondo e si sono trasformate in un megaspettacolo dove l'unica cosa che conta è stupire. Quale realtà ha davanti la pittura? Che senso ha il realismo, oltre le dispute ideologiche del secolo scorso? Le risposte degli artisti, tutti grandi nomi della modernità e tutti diversi per stile e poetica, concordano su un punto: se l'arte non ha più un chiaro concetto della realtà, ciò testimonia, per prima cosa, che l'uomo non ha più chiaro in quale mondo vive e vuole vivere. La finzione ha preso il comando e ha disegnato attorno all'uomo un mondo dove l'artificio è lo strumento della grande manipolazione visiva che affascina ma allontana l'arte dalla sua funzione: la ricerca della bellezza e del vero. cm.14x22, pp.112, Collana Le Porpore,113. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.112, brossura copertina figurata a colori. Collana Le Porpore,113. brossura copertina figurata a colori.

  • Saint-John Perse.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2016

    ISBN 10: 8876983724ISBN 13: 9788876983726

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    Zustand: NUOVO. Traduzione di Luana Salvarani, introduzione di Alessandra Rivali. Saint-John Perse (Guadalupa 1887 - Giens 1975), pseudonimo di Marie-René Alexis Saint-Leger Leger, è il poeta degli spazi sconfinati, dei Venti e delle Nevi dei grandi poemi sulla Natura rischiarati dai bagliori di Baudelaire e di Rimbaud. La sua poesia, ricorda Manrico Murzi, è quella di un enciclopedico, che per immagini e metafore, attinge alle tante discipline dello scibile umano: astronomia e astrologia, botanica e zoologia, esoterismo ed ennetismo, alchimia è chimica, entomologia e mineralogia. Eppure anche dopo il Nobel del 1960, per il volo sublime e il linguaggio evocativo della sua poesia che in modo visionario riflette gli stati del nostro tempo, Romeo Lucchese, suo infaticabile traduttore, si rammaricava del fatto che in Italia l'opera di Perse restasse incompresa. Poeta per poeti, poeta diffìcile, così la condanna. A oggi, purtroppo, il vento non è mutato. Perse è un esiliato dal nostro Canone. E l'esilio è una delle grandi ossessioni della sua poesia. Come per Ovidio, Dante Brodskij. Queste Lettere a mia madre dalla Cina, tradotte da Luana Salvarani, risultano cosi indispensabili per riportare la giusta attenzione sul grande Dimenticato. Sono lettere che risalgono agli anni della delicata missione diplomatica in Cina (1916-1921). Grazie a quell'esperienza, il poeta, che aveva già pubblicato Images à Cmsoé ( 1909) ed Éloges, (1911) ideò la sua fortunata Anabasi. Fuoco, terra, aria e acqua. Acqua di mare, soprattutto. (Alessandro Rivali) cm.14x22, pp.102, Coll.Le Porpore,105. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.102, brossura sopracoperta figurata a colori. Coll.Le Porpore,105. brossura sopracoperta figurata a colori.

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    brossura cop.fig. Zustand: NUOVO. Cura e traduzione di Enrico Lodi. Nell'aprile del 1916, Ramon del Valle-Inclàn approda in Francia per visitare il tragico paesaggio delle trincee. Lo scrittore che sarebbe passato alla storia come il dandy della letteratura spagnola si trovò così ad assistere alla più grande carneficina cui l'Europa moderna avesse mai assistito. Il profondo impatto che ebbe quell'esperienza lo indusse a sperimentare forme espressive adatte a raccontare l'ecatombe in corso e portò l'autore a creare nuovi stilemi che lo avrebbero traghettato da una estetica decadente a uno speciale gusto per la deformazione vicino all'espressionismo. Con La mezzanotte, opera riscoperta recentemente, nasceva quindi la famosa poetica del grottesco (Vesperpento) di Valle-Inclàn. Come spiega Enrico Lodi nel saggio introduttivo, emerge dal testo dello scrittore spagnolo la tensione tra la volontà di rappresentare tutto il fronte di guerra e l'impossibilità di farlo appieno a causa di una radicale oscurità che avvolge tutte le scene descritte. Il passaggio dalla notte al giorno confermerà i cupi sintomi associati a quel buio: la foschia dell'alba si assottiglia sulle rovine, si lacera sulle croci, sovrasta sterile l'enorme solco che va dai monti alsaziani ai paesaggi marittimi delle Fiandre. E in questo cupo passaggio dalla notte al giorno cominciano a cm.14x22, pp.110, Coll.Le Porpore,99. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.110, brossura cop.fig. Coll.Le Porpore,99.

  • Michel,Alice.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2015

    ISBN 10: 8876983333ISBN 13: 9788876983337

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    brossura sopracoperta. Zustand: NUOVO. Traduzione di R. De Benedetti. Nel ritratto che Alice Michel scrisse e pubblicò nel febbraio 1919 sul Mercure de France, un paio d'anni dopo la scomparsa di Degas - nota Jean-Loup Deville nella Postfazione a questo documento d'epoca, si capisce fino a che punto si rispecchi quanto Focillon scrive nella sua storia della pittura del XIX e XX secolo: Un istante di sensibilità fatto dei suoi lineamenti di un attimo; e non è eccessivo ciò che lo storico afferma poco dopo, vale a dire che Degas inaugura una nuova epoca del genio e del gusto francesi, fatto di disincanto, di costruzione austera, di ripiegamento su se stessi. Si sente, dal racconto della modella, quanto di fisico, di costretto, di vincolato all'infermità del corpo, alle sue debolezze indotte dall'età e dalla malattia, si celi nella concezione di una scultura che ormai Degas esegue a tastoni, trasferendo la sensazione immediata della mano che palpa il corpo della modella, nella materia plastica, cera o creta che fosse: Mentre lei posava, Degas, gli occhi quasi immobili dietro gli occhiali, seguiva i contorni del corpo nudo per confrontarli con quelli della piccola scultura. Ma per quanto fosse seduto molto vicino a Pauline, non distingueva che vagamente le sue forme e si alzava ogni momento per seguire con la mano la linea dell'anca o l'inserzione di un muscolo che il suo pollice modellava nella materia plastica. cm.14,5x21, pp.102, Coll.Wunderkammer. Milano, Medusa Edizioni cm.14,5x21, pp.102, brossura sopracoperta. Coll.Wunderkammer.

  • Virgilio.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2007

    ISBN 10: 8876981292ISBN 13: 9788876981296

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    Zustand: NUOVO. Testo milanese a fronte. Prefazione di Fernando Bandini. Cosa significa tradurre un classico, tanto più se questo classico è Virgilio, anzi il Virgilio più lirico, prezioso, l'inventore del paesaggio arcadico? Paul Valéry, che tradusse in francese, durante gli anni dell'occupazione nazista, tutte e dieci le ecloghe virgiliane, confessò di invidiare una lingua poetica tanto più densa della sua. Di questa opera nel quale gli dèi convivono con gli uomini, la storia si fonde con il mito, i paesaggi padani trascolorano in quelli mediterranei, non sono certo mancate traduzioni in lingua italiana; qui Edoardo Zuccato ne propone una versione in parte in lingua italiana, parte in dialetto altomilanese, non senza ardite e sperimentali commistioni. cm.12x20, pp.90, Coll.Filopogon, collana diretta da Giancarlo Pontiggia. Milano, Medusa Edizioni cm.12x20, pp.90, brossura copertin a figurata a colori. Coll.Filopogon, collana diretta da Giancarlo Pontiggia. brossura copertin a figurata a colori.

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    brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Traduzione e cura di Riccardo De Benedetti. Due interviste, solo in apparenza tra loro lontane nel tempo. La prima del 1986, in tv, con Didier Cahen di France-Culture; l'altra, due mesi prima della sua morte, apparsa su Le Monde il 19 agosto 2004 con Jean Birnbaum. In realtà vicine per i temi discussi e lo spirito con cui il lavoro filosofico di Jacques Derrida viene affrontato per il pubblico vasto e indifferenziato della tv e del maggior quotidiano francese. Nella prima il congedo, lungo e articolato, dalla tradizione filosofica metafisica si intreccia con le precisazioni, molto chiare, sul modo di intendere la decostruzione. Nella seconda, quando Derrida è in vista dell'ultimo vero congedo, quello dalla vita, un certo velo di malinconia sorregge la descrizione della fragilità e insieme della finezza di tutto il lavoro concettuale fino ad allora svolto. Emerge una visione della filosofia orgogliosa del proprio lascito e nello stesso tempo consapevole della precarietà con cui ogni tradizione, anche quella che apparentemente ne vorrebbe volentieri fare a meno, deve fare i conti, a partire dalla lingua stessa con cui cerca di esprimersi. Due testimonianze dell'intensità di un pensiero spesso frainteso. cm.12x15, pp.92, Collana Le Api,44. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.92, brossura con bandelle. Collana Le Api,44.

  • Spear,Roberta.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2009

    ISBN 10: 8876981969ISBN 13: 9788876981968

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    Zustand: NUOVO. Traduzione di Annalisa Sezzi. Prefazione di Philip Levine. Poesie Scelte. Walt Whitman, Ted Hughes, H.D. Lawrence, Neruda, Szymborska sono alcuni fra gli autori che, come scrive il poeta americano Philip Levine nella presentazione a questo libro, più influenzano il modo meravigliato e sorpreso con cui Roberta Spear guarda il mondo che le sta attorno. Un mondo in disfacimento, che tuttavia la poetessa californiana osserva, nomina e consacra con la parola poetica; un mondo desolato dal quale riesce a fare emergere un alone di inattesa spiritualità. Con lo stesso sguardo stupito Roberta Spear osserva i paesaggi italiani a lei molto familiari per i frequenti periodi trascorsi in Italia, e con la stessa curiosità legge e traduce Dante, Ungaretti, Sinisgalli. Questo libro raccoglie le poesie dedicate da Roberta Spear all'Italia. Non solo i paesaggi liguri o le architetture religiose del Veneto, ma anche le storie che quei luoghi sollecitano alla mente immaginifica dell'autrice. I luoghi ordinari si fanno straordinari e le visioni trasformano gli oggetti comuni in oggetti magici. Un'Italia vista con gli occhi stranieri di una poetessa capace di lasciarsi sedurre, e di sedurre con la stringata e lirica semplicità delle storie della gente comune (una zingara che chiede la carità davanti alla cattedrale di S. Zeno, un gruppo di turisti in visita a un santuario sul lago d'Orta, i bambini che corrono sulla riva a Monterosso), storie che trova dappertutto, come nelle pagine di Pavese, poeta continuamente letto e molto amato. cm.12x20, pp.70, Collana Rhythmós,15. Milano, Medusa Edizioni cm.12x20, pp.70, brossura, sopracoperta figurata a colori. Collana Rhythmós,15. brossura, sopracoperta figurata a colori.

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    brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Traduzione di Claudiana Fumagalli. Prefazione di Marcel Jouhandeau. "Nato il 10 agosto 1900 a Parigi da genitori parigini, il che gli permette di avere l'aria slava. Liceo, Sorbona, facoltà di diritto. Servizio militare fino alla fine del 1923, da qui l'impressione di vivere veramente soltanto dopo alcuni mesi. Non è stato né in Tibet, né in Groenlandia e neppure in America, ma i viaggi non fatti in superficie ha cercato di farli nel profondo. Così può vantarsi di conoscere bene certe strade e i loro alberghi di giorno e di notte. Ha orrore di tutti gli estetismi, sia che si tratti di quello di Oxford e dei pantaloni larghi, sia di quelli dei rimorsi di cinema con le loro case di traverso, quello dei negri e del jazz, delle sale da ballo e dei pianoforti, ecc. Per i romanzi futuri vorrebbe trovare personaggi così nudi, viventi come i coltelli e le forchette che rappresentavano gli uomini e le donne nelle storie destinate a rimanere inedite ma che lui raccontava quand'era bambino. Aveva iniziato le ricerche per una tesi di dottorato in lettere su "Diderot romanziere" quando, con Marcel Arland, Jacques Baron, Georges Limbour, Max Morise, Roger Vitrac, fondò una rivista, "Aventure", che gli fece dimenticare l'ottocento e il novecento. Fu allora che conobbe Louis Aragon, André Breton, Paul Éluard, Philippe Soupault, Tristan Tzara e un giorno, davanti a un quadro di Giorgio de Chirico, ebbe la visione di un mondo nuovo. Trascurò definitivamente il vecchio granaio logico-realista, capendo che era da vigliacchi rinchiudersi in una mediocrità ragionevole e che, nei veri poeti, non trovava né giochi di parole, né giochi d'immagini, ma li amava e fra tutti in particolare Rimbaud e Lautréamont per il loro potere liberatorio. Ha partecipato alle prime esperienze ipnotiche da cui André Breton trasse spunti per il suo "Manifesto del Surrealismo". Ha quindi potuto constatare di persona che il surrealismo era il meno letterario e il più disinteressato dei movimenti e, persuaso che non c'è vita morale possibile per chi non è docile a seguire le vie sotterranee o si rifiuta di riconoscere la realtà delle forze oscure, ha deciso una volta per tutte e col rischio di passare per un Don Chisciotte, un arrivista o un pazzo, di cercare, attraverso le sue azioni e gli scritti, di abbattere le barriere che limitano l'uomo e non lo sostengono" (Dall'"Autobiografia" di René Crevel). Prefazione di Marcel Jouhandeau. cm.12x15, pp.130, Collana Le Api,30. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.130, brossura con bandelle. Collana Le Api,30.

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    brossura. Zustand: COME NUOVO. A cura di Graziano Lingua. cm.12x21, pp.209, Coll.Argonauti,5. Milano, Medusa Edizioni cm.12x21, pp.209, brossura. Coll.Argonauti,5.

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    brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Prefazione di Roberto Barbolini. Con una nota di Claudina Fumagalli. «Microspie è uno di quei libriccini dalla facilità ingannevole, in grado di fuorviare chi scambiasse per divertissement superficiale il taglio breve degli scritti che vi sono raccolti, e per disimpegno il tono spesso paradossale o grottesco che anima le sue pagine, legando le interviste immaginarie della prima parte alle cinque storie sintetiche della seconda. Per fortuna, già il titolo ci mette felicemente sulla buona strada: Microspie fa subito pensare ai microfoni in miniatura usati per le intercettazioni vuoi dall'agente segreto (l'inossidabile Bond insegna), vuoi dal magistrato di turno. Ma è anche una precisa indicazione di stile: la spia, per l'appunto, di una scelta espressiva tesa a sfruttare scientemente le risorse offerte dalla forma breve. La misura lillipuziana non è intesa da Bonura come un limite, ma come un rigore simile a quello dei limerick di Edward Lear: un modo per ridurre all'osso il meccanismo narrativo senza rinunciare a esaltarne i procedimenti, dando libero sfogo a una fantasia spesso surreale e grottesca nel tratteggiare micro-vicende di spie che hanno talvolta i nomi (non il carattere o la funzione) di personaggi reali come l'economista Lester Thurow o il critico formalista russo Viktor Sklovskij. Ma che magari, con un derapaggio logico degno d'una vignetta di Jacovitti, si vedono spuntare un foruncolo sulla pistola.». (Roberto Barbolini) cm.12x15, pp.106, Collana Le Api,50. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.106, brossura con bandelle. Collana Le Api,50.

  • brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Traduzione di Luana Salvarani. «Quanto è sempre stato facile per Derrida decostruire i testi filosofici, ovvero rivelare le loro crepe, le faglie, le contraddizioni, gli oblii, i non-detti, a causa dei quali sono molto più fragili di quanto vorrebbero, altrettanto il suo metodo di commento filosofico dei testi letterari non può essere in nulla una decostruzione. Solo la filosofia è oggetto della decostruzione. E la decostruzione della filosofia, giustamente, si fa quasi sempre a partire dalla letteratura. Questa asimmetria permette di misurare l'importanza dell'errore che consisterebbe nel vedere in Derrida un autore non veramente letterario, né veramente filosofo, situato in uno spazio intermedio piuttosto vago» scrive Charles Ramond. Ed è con Artaud che questa asimmetria emerge in tutta la sua forza, e anzi Derrida «mostra anche come i filosofi e i commentatori che hanno cercato di cogliere Artaud, di pensarlo, di farne un caso, sono sempre stati compresi da ciò che credevano di comprendere, situati da ciò che credevano di situare. Ma (questa sarebbe forse la lezione paradossale e inattesa della lettura di Artaud fatta da Derrida) questa decostruzione a senso unico, ben lungi dal confondere la differenza tra letteratura e filosofia, potrebbe al contrario rivelarsi come uno dei tratti che la rimarcano con il massimo della nettezza». cm.12x15, pp.92, Collana Le Api,35. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.92, brossura con bandelle. Collana Le Api,35.

  • brossura con bandelle. Zustand: NUOVO. Introduzione di Enrico Milani. Per Thomas Merton la soluzione dei problemi politici e sociali della condizione dei neri d'America implicava, necessariamente, ascoltare la voce pura e profetica dell'uomo nero in quanto nero, in mezzo ai clamori dei falsi profeti scettici e ridicoli della modernità capitalistica. Perché solo nell'ascolto di quelle voci, nel rispondere al loro appello, il peccato originario della civiltà occidentale, il fatto di essersi costituita grazie alle ingiustizie perpetrate su razze considerate inferiori, poteva essere espiato e superato. Questo riconoscimento della funzione quasi provvidenziale dei neri, la loro vera rivoluzione, in realtà suona come l'ennesima conferma della condizione di peccato nella quale versa la società dei bianchi. Era la stessa battaglia che combatteva Martin Luther King e che nella sua lettera dal carcere diventa epitome di una condizione universale di ingiustizia e sopraffazione. Ma il latente e mai sopito conflitto razziale negli Stati Uniti ci dice molto più di quanto la semplice storicizzazione di quegli eventi potrebbe insegnarci. Viene in mente la chiusa del libro di Alasdair MacIntyre, Dopo la virtù, nella quale viene evocato il momento in cui uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l''imperium' romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale 'imperium'. È la necessità che queste pagine indicano come un compito ancora irrealizzato, ma non irrealizzabile. cm.12x15, pp.109, Collana Le Api,23. Milano, Medusa Edizioni cm.12x15, pp.109, brossura con bandelle. Collana Le Api,23.

  • Bloy, Leon.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2019

    ISBN 10: 8876984526ISBN 13: 9788876984525

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    brossura copertina figurata. Zustand: NUOVO. Presentazione di Gennaro Auletta. traduzione di Domenico Giuliotti. «Non si tratta di un'ennesima vita di Napoleone ? scrive Gennaro Auletta nell'introduzione ? E neppure di un'interpretazione del caso Napoleone secondo criteri di contingenza politica, sociale, militare, psicologica o che so altro. Bloy non è uno storico, nella comune accezione del termine; gli manca assolutamente la capacità di immergersi nel relativo e di cercarvi le cause o le concomitanze. Non solo non sono uno storico, ma ignoro la storia. Bisogna vedere in me una specie di sognatore, di visionario, se vi piace, ma niente più, scriveva a Jean de La Laurencie il 31 agosto 1913; e questo perché sarebbe un errore gravissimo e funestissimo credere che io sia un pensatore, un intellettuale. Io conosco in realtà poche cose e ho capito soltanto quello che Dio m'ha fatto capire quando mi son fatto simile a un bambino (Lettera alla fidanzata, 31 ottobre 1889). Bloy sta sempre dalla parte dell'Assoluto, guarda le cose e gli uomini sub specie aeternitatis, e sotto questo aspetto può essere considerato benissimo come un originale, anche se non sempre accettabile, esegeta della storia, che possiede una sua filosofia o meglio teologia della storia». Ma questa edizione dell'Anima di Napoleone, che appartiene ai testi più visionari del grande scrittore cattolico francese e arriva a fare del Bonaparte la Faccia di Dio nelle tenebre, ha dalla sua il cimento, ormai ottant'anni fa, nel 1939, di un grande autore italiano oggi forse misconosciuto, Domenico Giuliotti, che curò la traduzione del libro e scrisse per l'occasione un saggio e una nota biografica cariche d'ispirazione. Possiamo dire che su queste pagine si sono incontrate le voci di un profeta apocalittico e di un poeta amante della parola scabra e arcaica, accomunati dal sentimento intransigente di un cattolicesimo difeso fino all'ultima stilla di sangue ma senza passatismi, anzi attraverso una contundente e moderna plasticità della parola che testimonia la forza di idee e convinzione di entrambi. cm.15x23, pp.127, Coll.Le Porpore,125. Milano, Medusa Edizioni cm.15x23, pp.127, brossura copertina figurata. Coll.Le Porpore,125.


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  • Benz,Ernst.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2013

    ISBN 10: 8876982744ISBN 13: 9788876982743

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    Zustand: NUOVO. Traduzione di Martino Doni. Prefazione di Guido Vitiello. Ernst Benz, grazie a un'onnivora erudizione e non senza una certa spregiudicatezza intellettuale che sfocia talvolta nell'audacia, riscrive in sintesi la storia della scienza e dei suoi rapporti con Dio e il trascendente, prendendo come termine di confronto l'elettricità. Prima di Benz, i rapporti tra teologia e scienza si erano limitati per lo più alla riflessione sulla forza gravitazionale, relegando elettricità e magnetismo in un capitolo marginale del sapere e della cultura, una sorta di bizzarria, quando non proprio una ciarlataneria, che nel nome del famigerato Mesmer, l'ideatore del magnetismo animale, aveva trovato il suo campione e nel mesmerismo la sua pseudoscienza. Da Keplero a Newton, fino agli illuministi, l'energia elettrica è reinterpretata come forza di Dio: il creatore non è più soltanto l'animatore di un'azione a distanza; l'elettricità e il magnetismo diventano un capitolo decisivo per interpretare teologicamente il mondo naturale. cm.14x22, pp.110, Coll.Le Porpore,69. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.110, brossura sopracoperta figurata a colori. Coll.Le Porpore,69. brossura sopracoperta figurata a colori.

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    Zustand: NUOVO. Il grande storico della fine dell'epoca antica e di sant'Agostino Henri-Irénée Marrou -, scrive questo saggio mentre infuria la seconda guerra mondiale e tutto attorno è morte e distruzione. Nelle librerie il libro più venduto era 'Apocalisse Il clima di sgomento e di patimenti induceva a pensare alla fine del mondo. Memore del detto evangelico non conoscete né l'ora né il giorno, Marrou svolge una intelligente demitizzazione del discorso apocalittico come proiezione irrazionale delle nostre paure sul destino del mondo e dell'umanità. Ma non si fugge dalle proprie paure, perché è come fuggire dalle proprie responsabilità. E di solito c'è sempre qualcuno che sfrutta queste inquietudini per i propri interessi: economici o politici. Togliendo al mondo quel sano impulso della speranza. Un saggio che aiuta a vincere paure irrazionali, spesso fondate su falsi miti e credenze, come quello dell'imminente apocalisse del 2012. Introduzione di Franco Cardini. Postfazione di Pier Angelo Carozzi. cm.11,5x20, pp.96, Collana Le Api, 72. Milano, Edizioni Medusa cm.11,5x20, pp.96, brossura copertina colorata a colori. Collana Le Api, 72. brossura copertina colorata a colori.

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    Zustand: NUOVO. cm.12x20, pp.129, numerose ill.e tavv.in bn.nt., Coll. Dedalos,2. Milano, Edizioni Medusa cm.12x20, pp.129, numerose ill.e tavv.in bn.nt., brossura, cop.fig. Stato di nuovo. Coll. Dedalos,2. brossura, cop.fig. Stato di nuovo.

  • Lacassin,Francis.

    Verlag: Medusa Edizioni, Milano,, 2017

    ISBN 10: 8876984062ISBN 13: 9788876984068

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    brossura cop.fig.a col. Zustand: NUOVO. Traduzione di Claudina Fumagalli e Riccardo De Benedetti. Prefazione di Roberto Beretta. Montaggio e smontaggio di un mito che nasce sulla carta, prende immagine visiva sui fumetti e diventa protagonista del cinema, prima muto poi sonoro, dal bianco e nero al colore. Questo l'oggetto della minuziosa ricostruzione della storia di Tarzan di Francis Lacassin. Partorito, è il caso di dirlo, dalla fantasia dello statunitense Edgar Rice Burroughs (Chicago, 1875 - Encino, 1950), il personaggio abbandonato nella giungla, allevato dalle scimmie e formatosi alla dura legge darwiniana della sopravvivenza del più forte, ha alimentato, fin dall'immediato successo del primo libro del ciclo, nel 1914, la fantasia dei lettori e degli appassionati di cinema di tutto il mondo. Lacassin racconta non tanto il procedere delle sue avventure quanto il progressivo degrado del suo mito. Lacassin consegna al lettore la storia delle diverse personificazioni di Tarzan, i registi che lo hanno diretto, gli attori che lo hanno interpretato, le attrici che lo hanno baciato, gli scenografi che gli hanno inventato luoghi e panorami, i disegnatori che lo hanno ritratto con grazia, qualche volta, spesso frettolosamente. Chi togliendogli fascino chi accrescendolo, sempre alimentati da un archetipo nascosto e ben piantato nella mente di chi lo ha immaginato. Come scrive Roberto Beretta nella prefazione «il re delle scimmie è l'eremita laico che si ribella alla prepotenza della civiltà e trova il suo spazio veramente umano tra i non uomini. Ma a differenza dell'utopia assoluta del buon selvaggio di Rousseau questo nuovo Adamo non sembra desideroso di rivoluzioni, quanto piuttosto di temperare il ritorno alla vagheggiata età dell'oro con una sana e molto americana propensione a non perdere i principali vantaggi del benessere, l'indispensabile del progresso per vivere nel suo felice paradiso». Il libro di Lacassin, e senza l'ausilio di Roland Barthes, descrive la vita del mito di Tarzan, lontano dal suo padre-autore, tra le insidie delle immagini e degli schermi che la società dello spettacolo moltiplica come le liane della giungla tra cui l'uomo-scimmia amava trascorrere il tempo dell'avventura. È lì che si perde Tarzan, nella selva oscura dell'onirismo proliferante, diviso tra immaginazione e box-office, tra inganno di cartapesta e divismo, tra pulsioni insoddisfatte di un erotismo appena accennato e adesione passiva dello spettatore, tra un popcorn e un bicchiere di cola. cm.17x24, pp.112, nimerose figg.bn.e a colori. Coll.Wunderkammer,33. Milano, Medusa Edizioni cm.17x24, pp.112, nimerose figg.bn.e a colori. brossura cop.fig.a col. Coll.Wunderkammer,33.

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    brossura cop.fig. Zustand: NUOVO. Prefazione di Guido Morpurgo. Traduzione C. Casalini e L. Salvarani. Questo libro ricorda volentieri un samizdat, una di quelle pubblicazioni clandestine circolanti nell'Unione Sovietica del secondo dopoguerra che si poteva trattenere per breve tempo, magari per una sola notte, passata in bianco immersi nella lettura. Con questo non si vuol certo dire che Franco Cardini abbia subito una qualche forma di censura, meno che mai politica (o forse sì, ma questo è da vedere). Questo libro, in realtà, nasce da una profonda e spassionata riflessione sui meccanismi che nel nostro Paese bloccano la circolazione delle idee e la corretta informazione. Arianna infida, dunque, è il tentativo di riprendere il bandolo di una matassa che si è persa nelle cento o mille bugie che ci vengono propinate ogni giorno, tanto sulla storia remota o recente, quanto sugli eventi che accadono ai giorni nostri. In queste pagine Franco Cardini denuncia alcuni mali che ci affiggono: del nostro essere europei, in un'Europa che, a dispetto delle proprie radici ebraico-cristiane, appare condizionata da lobbies economico-finanziarie e da teoremi come quello neoconservatore sull'esportazione della democrazia; del nostro essere italiani, in un'Italia assediata da circhi di nani e ballerine, bugie e prevaricazioni tanto culturali quanto politiche; del nostro essere affacciati sul Mediterraneo, crogiolo di culture di cui continuiamo ostinatamente a disinteressarci accontentandoci della vulgata ufficiale. cm.14x22, pp.203, num.figg.bn.nt. Coll.La Zona Rossa,6. Milano, Medusa Edizioni cm.14x22, pp.203, num.figg.bn.nt. brossura cop.fig. Coll.La Zona Rossa,6.