Beschreibung
Florentiae, Ex officina Torrentini Ducalis Typographi, 1552. In-Folio (32,5 cm x 21 cm). Cc. numerate solo al recto (6), 457, (26). Segnatura: [*]6, a-z6,A-S6, T4, V6 (La carta V6 è bianca). Solida legatura settecentesca in mezza pergamena ad angoli, piati cartonati, autore e titolo manoscritti su tassello sul dorso. Grande marca tipografica con stemma mediceo al centro del frontespizio. Esemplare facente parte della variante B di quest' edizione in cui troviamo l' indicazione "Ducalis Typographi". Carattere corsivo, greco e romano. Grandi capilettera xilografici. Qualche glossa marginale di mano seicentesca. Frontespizio con qualche segno di sporco, lievissime ed insignificanti ossidazioni al margine inferiore bianco di 3 carte finali, peraltro esemplare marginoso in stato di conservazione molto buono. Prima edizione del monumentale commento del Corradi al "Brutus" ciceroniano, la sua opera principale. Il Corradi nacque ad Arceto (Reggio Emilia) intorno al 1510. Molto giovane si trasferì a Venezia, dove, nel libero e stimolante ambiente della città, si dedicò alla propria formazione umanistica, seguendo l' insegnamento dell'Egnazio fin dal 1524. Corradi si decise a lasciare la città solamente dietro suggerimento dell' Egnazio, il quale lo convinse ad assumere la cattedra di umanità a Reggio, dove fu convocato con decreto del Consiglio degli anziani della città nel 1540 "cum salario de publico scutorum sex singulo mese", a cui rispose affermativamente il 19 novembre dello stesso anno. A Reggio fondò anche l'Accademia degli Accesi, "commentandi, meditandi, elegendi, idest exercendi se causa", assumendo il nome di Fedele e di cui continuò ad interessarsi attivamente anche dopo la partenza dalla città. Fu filologo, grammatico e latinista, professore di lingue classiche. Si occupò tra le altre delle opere di Platone, Virgilio e Valerio Massimo, un autore quest' ultimo di cui disprezzava lo stile ma ammirava l'opera considerata una summa di storia morale, politica e sociale. Il carattere comune a tutte le sue opere a stampa è quello di un approfondimento attento che non diventa mai recupero parziale ma tende a stabilire l'esatta fisionomia di uno scrittore. Già questa direttiva si nota in un'opera giovanile dove l' Autore, pur adottando il dialogo, cioè una forma di scrittura più discorsiva che didascalica, evidenzia un gusto preciso ed equilibrato nell'analisi. Si tratta di una opera stampata forse per la prima volta nel 137, ma di cui ci rimane la stesura successiva dedicata al Senato ed al popolo bolognese: "Equatius, sive Quaestura. (Basileae, per I. Opornum, 1556)" che costituisce un primo livello di approccio per restituire all'attività di Cicerone un sicuro patrimonio di opere. Ma l'intervento determinante del Corradi, dove armonicamente confluiscono i motivi più solidi della sua attività letteraria, è il "Commentarius, in quo M.T. Ciceronis de claris oratoribus liber, qui dicitur Brutus, et loci pene innumerabiles quam aliorum scriptorum, tum Ciceronis ipsius explicantur (Florentiae, L. Torrentini, 1552)" che costituisce l'insieme delle lezioni tenute per un triennio a Bologna. La padronanza assoluta della materia permette all' Autore di muoversi agevolmente in una interpretazione libera del testo dove riaffiorano la totalità dello sforzo conoscitivo e il piacere di un possesso autentico. Bibliografia: Adams, C, 2682; Edit 16, CNCE, 13511; IA, 145.157; Moreni, Annali della tipografia fiorentina di Lorenzo Torrentino, p. 194; Schweiger, II, 254; USTC, 824152. Bestandsnummer des Verkäufers ABE-1669468827711
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