Beschreibung
Fort in-8° broché, couverture d'attente, exemplaire non rogné, xxvii,378 pages. Georges Dominique Dufour de Pradt (1759-1837), was a French polemist and politician. Ordained priest in 1783, he was appointed bishop of Poitiers by Napoleon in 1804 and in 1809 archbishop of Malines. Victim of the conflict between Naopeon and Pius VII he was never enthroned and residing in Malines was forced to idleness. In 1812 ambassador of Napoleon in Poland, he turned to writing and politics after 1815. The Congress of Aix (Aachen) of 1818 settled the relations between post-napoleontic France and the occupying forcesDer französische Staatsmann und Publizist Dominique Dufour de Pradt (1759 - 1837) war zunächst ein Gegner der Revolution und emigrierte nach Hamburg, änderte aber nach dem 18. Brumaire seine Ansicht. Er war u.a. Napoleons Almosenier, Bischof von Poitiers und Erzbischof von Mecheln, wandte sich nach 1812 wieder den Bourbonen zu, fiel aber bei Ludwig XVIII. trotzdem in Ungnade.- Im vorliegenden Band skizziert Pradt die Entwicklung in Europa vom Wiener bis zum Aachener Kongreß, charakterisiert die Situation der Teilnehmerstaaten, schildert und kommentiert die Kongreß-Beschlüsse. Sprache: Französisch. Il nome completo dell'autore è Dominique-Georges-Frédéric de Riom de Prolhiac de Fourt, baron de Pradt; nato ad Allanche-in Auvergne, morto a Paris nel 1837, è stato un diplomatico ed uno storico delle Relazioni internazionali. Un esempio assai precoce di organizzazione internazionale è rappresentato dal Sistema della Santa Alleanza, di cui P. tratta in questo testo.Secondo l'immagine che comunemente se ne ha, la Santa Alleanza fu un patto che ebbe come unico fine quello di favorire e garantire la restaurazione dell'Ancien Régime, soffocando ovunque in Europa i moti rivoluzionari nei quali si manifestava il rinnovato desiderio di libertà dei popoli.Guardata in un'altra ottica, essa appare come un momento nell'evoluzione della storia dell'organizzazione internazionale e in particolare dei meccanismi di collettiva sicurezza, ossia di quelle strutture, come la Società delle Nazioni e l'ONU, cui gli Stati daranno poi vita per il mantenimento della pace. Il 26 settembre 1815, a Parigi, lo zar di tutte le Russie, l'imperatore d'Austria e il re di Prussia conclusero fra loro un trattato di alleanza dal linguaggio ispirato e quasi mitico, con il quale affermavano che i principi avrebbero governato come delegati della divina provvidenza e che il mondo cristiano non ha altro sovrano che Colui al quale soltanto appartiene il potere: Dio. Il 20 novembre dello stesso anno, l'Austria, la Gran Bretagna, la Prussia e la Russia stipulavano un altro trattato a Parigi con un contenuto ben più concreto del precedente, in quanto esso prevedeva una vera e propria alleanza tra le nazioni e una procedura per la gestione delle questioni di interesse generale. Il trattato presentava nuove caratteristiche di procedura rispetto ai canoni della diplomazia tradizionale: si prevedevano, infatti, a intervalli regolari, riunioni collettive tra i sovrani e i loro ministri dedicate all'esame delle questioni di interesse generale per la prosperità dei popoli e il mantenimento della pace in Europa. Le riunioni si tennero effettivamente nel 1818 (congresso di Aix-la-Chapelle), nel 1820 (congresso di Troppau), nel 1821 (congresso di Laybavh) e nel 1822 (congresso di Verona). Questi famosi, anzi famigerati, congressi decisero gli interventi repressivi della Santa Alleanza miranti a soffocare l'insofferenza contro il dispotismo da parte del popolo. Nonostante il carattere conservatore della Santa Alleanza, possiamo però cogliere in essa un segno di organizzazione mondiale, dal momento che essa aveva l'urgente obiettivo della creazione di meccanismi che potessero limitare, se non addirittura eliminare, il ricorso alla guerra da parte degli Stati.
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