Beschreibung
Riunire in un solo volume due opere tanto diverse e distanziate come Madame Bovary (1851-56) e Bouvard et Pécuchet (1875-1880), e cioè costringere alla coabitazione personaggi di così diversa estrazione e ambizioni, può sembrare iniziativa arrischiata, o almeno suscitatrice di perplessità. Ma soltanto se si ricordano in modo superficiale, e a distanza di anni, i due romanzi famosi. Quale che sia l'intenzione dell'editore, a me sembra che l'aver appaiato le due opere sia un atto abbastanza ragionevole: anzi una operazione critica possibile. Quanto al lettore del presente volume, possiamo ipotizzare vari casi: che abbia già letto i due romanzi; che ne abbia letto uno solo; che non abbia letto né l'uno, né l'altro. In tutti e tre i casi, il lettore si renderà conto che non solo, ovviamente, i due libri hanno la medesima impronta, si rivelano della stessa mano, ma partecipano entrambi di una tra le più tipiche caratteristiche dell'arte flaubertiana: quella di tendere ostinatamente alla rappresentazione del reale e di risultare, nello stesso tempo, gremita di simboli, di allusioni, di osservazioni generali. Sotto l'aspetto della poetica o della visione unitaria tutta l'opera di Flaubert risulta felicemente contraddittoria. Niente, in assoluto, è meno vero della famosa asserzione: Madame Bovary c'est moi. Anche Salammbo c'est lui, e in maniera forse più spontanea e tendenziale; e, per ragioni di diretta esperienza, anche L'éducation sentimentale. Del resto l'identificazione con l'opera è stata affermata dall'autore anche in un senso più estensivo: Mes personnages immaginaires m'affectent, me poursuivent, on plutôt, c'est moi qui suis en eux. Nei Trois Contes (1877), che è l'ultimo libro di Flaubert pubblicato lui vivente, due tendenze o maniere: quella realistico-simbolica e quella storico-lirica, sono offerte come un estremo, essenziale campionario, dove la diversità degli interessi è riassorbita da una qualità di base: lo stile preciso, studiato, che non cede mai all'abbandono e all'abitudine; la nomenclatura impeccabile implacabile, gli aggettivi ponderatissimi, la e dei tempi verbali, le osservazioni fitte, varietà e i paragoni di portata assai ampia. Queste qualità di stile, analizzate da Marcel Proust in un celebre saggio del 1920, le ritroviamo in varia misura nei due romanzi di questo volume, anche se è lecito supporre che Bouvard et Pécuchet (sulle cui pagine incompiute si chinò la fronte di Flaubert anche il giorno della sua morte: 8 maggio 1880) non sia portato al giusto punto di cottura. Altre correlazioni e affinità dei due romanzi sono numerose, più di quanto possa far supporre il loro diverso intento narrativo. Secondo un critico più vicino a noi di quanto non lo siano gli apologeti e i denigratori contemporanei di Flaubert, cioè secondo Albert Thibaudet, il realismo di Madame Bovary, nonostante l'osservazione feroce, tende al simbolo e, in particolare, si avvicina al realismo simbolico di Don Chisciotte: Don Quichotte que Madame Bovary transforme en une version française. L'accostamento Emma Bovary-Don Chisciotte mi è sempre parso convincente: al pari di Don Giovanni, di Otello o di Harpagon, l'uno e l'altro personaggio sono talmente assoluti e caratterizzati da definire per sempre un tipo umano, una condizione mentale o psicologica. Descrizione bibliografica Titolo: Madame Bovary, Bouvard et Pecuchet, Un cuore semplice Titoli originali: Madame Bovary, Bouvard et Pécuchet, Un coeur simple Autore: Gustave Flaubert Introduzione di: Libero Bigiaretti Traduzioni di: Virginio Enrico, Marga Vidusso, Franco Fortini Editore: Bologna: Gherardo Casini, Maggio 1969 Lunghezza: 544 pagine; 24 cm Collana: I Grandi Secoli Soggetti: Letteratura francese, Romanzi, Grandi classici, Libri illustrati da collezione, Narrativa, Romanzo moderno, Collezionismo, Raccolte antologiche, Antologie letterarie, Edizioni pregiate critiche, Critica letteraria, Naturalismo, Realismo, Ottocento, Verismo, Biografie, Memorie, Bibliografia, Riferimento, Bestandsnummer des Verkäufers ABE-1705668606675
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